Habanos in forti difficoltà ad approvvigionare i propri prodotti: Rapporto sulla situazione dei sigari cubani
Habanos S.A. sta affrontando uno dei periodi piu neri della sua storia. È da qualche mese infatti che, rivenditori e distributori ufficiali Habanos stanno facendo segnare carenze di magazzino, in costante aumento. Il motivo si potrebbe descrivere come una “tempesta perfetta” di circostanze, a cui il produttore di sigari cubani, sembra incapace di reagire.
Negli ultimi anni, anche a causa di disastrosi uragani, le coltivazioni di tabacco a Cuba, hanno fruttato raccolti tutt’altro che buoni. Inoltre l’aumento della domanda, provocata dall'”effetto lockdown”, unita al rallentamento della produzione, ed una pesante interruzione nella catena di approvvigionamento, a causa del Covid-19. Hanno fatto si che gli scaffali dei rivenditori finali, risultino oggi, drasticamente spogli. Habanos SA chiede ai clienti di avere pazienza.

Allarme già da gennaio in Germania
Il primo a lanciare l’allarme è stato 5th Avenue, l’importatore esclusivo di sigari cubani per Germania, Austria e Polonia. Il quale durante una conferenza stampa tenutasi lo scorso Gennaio, faceva notare come i sigari a marchio Cohiba, ma anche i sigari dalle vitolas più generose, e le produzioni esclusive, stavano diventando sempre più rari. E le forniture da parte del produttore erano sempre piu scarse, rispetto agli anni precedenti. Il comunicato continuava segnalando come anche le scorte delle produzioni regolari, stavano calando. Ma concludeva rimandando direttamente ad Habanos, ulteriori dettagli sulla situazione e sulle prospettive future.
In Francia il 90% del catalogo risulta esaurito
Ma a quanto pare non è solo la Germania a soffrire di questa anomala carestia: un importante rivenditore Francese, con il quale siamo in contatto, ci ha fatto sapere che “Il 90% del catalogo Habanos è esaurito”. Mentre il restante 10% di cui vi è disponibilità a magazzino, è principalmente composto da sigari di piccole e medie dimensioni. Tutte le vitolas più grandi del robustos, risultano esaurite.

La carestia nel resto d’Europa
La situazione sta interessando ogni mercato in misura diversa, in particolare i mercati più importanti dell’Europa occidentale, dove i sigari cubani sono più popolari. “C’è stata una carenza di fornitura di sigari premium (Behike, edizioni limitate, ecc.) Per diversi anni”, spiega Nicky Meire, direttore marketing di Cubacigar, l’importatore per il Benelux. “Ma quest’anno le carenze a volte colpiscono anche le produzioni standard, come i Partagas D4 o P2, e più in generale tutti i robustos. A volte finiamo anche José L. Piedra o Quintero. Le consegne continuano ad arrivare regolarmente; riceviamo sigari quotidianamente, ma non a sufficxienza per soddisfare le richieste dei nostri clienti”.
E in Italia?
Il presidente dell’importatore italiano Diadema, Andrea Vicenzi, concorda: “Ci sono problemi su tutte le tipologie di prodotto, ma le carenze sono più frequenti sui grandi formati”. “Penso che la parola ‘carenza’ sia un po’ forte”, ribatte Juan Giron, responsabile della comunicazione dell’importatore spagnolo Tabacalera. “Ma occasionalmente esauriamo le scorte su alcune linee, il che rappresenta ovviamente un inconveniente per i nostri clienti”.

Il 2020, la pandemia e problematiche interne
La pandemia di covid-19 è solo in parte, responsabile dell’attuala carenza di sigari cubani. Com’è ormai noto, Cuba non è sfuggita al Covid-19 e diverse fabbriche hanno dovuto chiudere, per tentare di arginare il diffondersi del virus. La fabbrica La Corona all’Avana, ha dovuto chiudere i battenti per ben due mesi. Mentre alcune fabbriche più piccole, rimaste aperte, potevano lavorare solo a metà della capacità produttiva, a causa del distanziamento sociale. Inoltre, nonostante l’industria dei sigari sia fondamentale per l’economia dell’isola “Quando viene identificato un caso positivo in una galera, quattro linee attorno all’individuo infetto, per un totale di 25 torcedores, vengono immediatamente messi in isolamento, e per una settimana non potranno lavorare“.
Ma le problematiche non si fermano qui – Prosegue a pagina 2 –