Cuba espande l’impresa privata
Le attività private autorizzate, passano da 127 a 2000
Alcuni mesi addietro ha iniziato a circolare un indiscrezione, riguardante la presunta intenzione del governo di Cuba di espandere l’impresa privata, in svariati settori dell’economia del paese. Il provvedimento riguardante questo importante cambio di rotta, è stato presentato lo scorso agosto dal ministro del Lavoro Marta Elena Feito. Ma sembrerebbe che sia stato approvato solo pochi giorni fa dal Consiglio dei Ministri dell’isola caraibica. Sarà quindi forse possibile, importare sigari cubani?
Attualmente, sono appena 127 le tipologie di imprese, che possono essere gestite dai privati. La maggior parte di queste è rivolta al turismo, e riguardano imprese come ristoranti o affittacamere.
Cosa cambia
Questo importante cambiamento farà si che, più di 2.000 tipologie di attività lavorative saranno ora autorizzate, e potranno essere gestite autonomamente dai cittadini cubani. Anche se 124 di queste avranno delle limitazioni. Non è ancora chiaro quali sono le 124 tipologie e quali saranno le limitazioni imposte. Ma dovrebbero riguardare settori strategici come la sanità, la difesa ed i media.
“Che il lavoro privato continui a svilupparsi, è l’obiettivo di questa riforma”. Ha riferito il ministro Marta Elena Feito. Sottolineando che questo “aiuterà a liberare le forze produttive” del settore privato. Attualmente, più di 600.000 cubani lavorano nel settore privato, ovvero il 13 per cento della forza lavoro dell’isola di 11,2 milioni. Sono impiegati principalmente nella gastronomia, nei trasporti e nell’affitto di stanze ai turisti. Settori questi, che sono stati duramente colpiti dall’aumento delle sanzioni statunitensi, sotto l’amministrazione Trump, nonché dalla pandemia di coronavirus, che ha portato molti imprenditori a sospendere le loro licenze.
La riforma è “un passo importante per aumentare l’occupazione”, ha detto su Twitter il ministro dell’economia Alejandro Gil. Questa è “una buona notizia” e “un passo nella giusta direzione”, anche se “purtroppo ci è voluto troppo tempo per essere approvata”, ha twittato Ricardo Torres, economista dell’Università dell’Avana.
Cosa cambierà per i sigari e il tabacco? Sarà possibile importare sigari cubani?
Resta ora solo da vedere cosa comporterà questo cambiamento, per l’industria dei sigari cubani. Sono gia presenti alcuni esempi di impresa privata nell’industria del tabacco:. Alcuni coltivatori infatti propongono gia da diverso tempo, stanze in affitto simili a Airbnb, nelle loro fincas (fattorie). In altri casi invece, è possibile acquistare direttamente nelle piantagioni, sigari realizzati artigianalmente dagli stessi campesinos. Ovviamente in questi casi, si tratta di sigari che non rientrano nei normali canali di distribuzione. E che nulla hanno a che vedere, sia con gli originali sigari Habanos in vendita nei negozi autorizzati. Ne tantomeno con i falsi che si possono acquistare un pò ovunque nell’isola.
Habanos SA, la società responsabile del marketing e della distribuzione di marchi come Cohiba e Montecristo. È una joint-venture tra il governo cubano e Allied Cigar corporation SL, che ha recentemente acquistato una partecipazione del 50% in Habanos SA precedentemente di proprietà di Imperial Brands.
I cambiamenti, probabilmente in risposta al forte calo dell’industria del turismo, causato sia dalle restrizioni dell’amministrazione Trump, sia dalla pandemia del coronavirus COVID-19, potrebbero riguardare anche il settore del tabacco e dei sigari. Si vocifera infatti che perfino il gruppo Davidoff-Oettinger, abbia gia intavolato delle trattative con il governo cubano per aggiudicarsi un appalto per la fornitura di tabacco grezzo. Alcune indiscrezioni, più audaci riferiscono invece che lo stesso gruppo. Svizzero, stia trattando per l’acquisto di alcuni terreni dove poter coltivare tabacco per la produzione dei loro sigari.