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Sottoproduzione e problemi logistici
Negli ultimi mesi si sono uniti diversi fattori, che hanno permesso il raggiungimento di questa crisi. Innanzitutto, ormai da diversi anni, ci sono difficoltà a livello agricolo e “preindustriale” (essiccazione e fermentazione) ad ottenere quantità sufficienti di foglie da capa, che rispettino gli standard necessari alla realizzazioen dei sigari piu grandi e piu prestigiosi. È vero infatti che Habanos SA e la sua ala operativa cubana, Tabacuba, soffrono quindi da diversi anni di problemi di sottoproduzione sui grandi sigari (doppia corona, churchill, salomones, ecc.).
La questione trasporti in tempi di Covid
Questa situazione, che precede il Covid-19, è stata esacerbata dalle interruzioni dei trasporti a lunga distanza e delle catene di approvvigionamento causate dalla pandemia, che non sono ancora state completamente risolte. Il traffico aereo è ancora operativo a circa il 50% della sua capacità pre-Covid. In queste condizioni, il trasporto aereo è ancora una merce rara (e costosa), e qualunque cosa gli amanti dei sigari possano credere, quando uno spedizioniere deve scegliere tra diversi tipi di carico, i sigari non sono considerati merce prioritaria.

Covid-19 nella fabbriche cubane
E infine, c’è la situazione pandemica a Cuba. È vero che a Cuba hanno chiuso meno fabbriche che in altri paesi produttori di sigari, ma la grande fabbrica La Corona all’Avana è chiusa da due mesi per motivi di salute. Considerata fondamentale per l’economia cubana, l’industria del tabacco è stata parzialmente esentata dalle misure di blocco imposte sull’isola. Rigorose misure igieniche e di allontanamento sociale però, sono state rapidamente implementate in tutte le fabbriche a partire da marzo 2020. Ma la produzione zoppica ancora, per non dire seriamente ostacolata.
Gli spazi ristretti di alcune fabbriche (come a El Laguito, dove vengono realizzati la maggior parte dei sigari Cohiba) non consentono il distanziamento mantenendo lo stesso livello di produzione (solo una postazione su due è occupata nelle aree produttive), anche con squadre a rotazione e facendo lavorare i torcedores il sabato, che ormai è una regola nella maggior parte delle più grandi fabbriche de L’Avana.
In via ufficiosa, un funzionario di Tabacuba ha ammesso che nel 2020 si è raggiunto solamente il 70 – 80% degli obiettivi di produzione. Inoltre dal gennaio 2021, le fabbriche stanno lavorando al 50% della loro capacità. Le stesse problematiche si presentano in ogni fase della produzione (inscatolamento, aggiunta dell’anilla, confezionamento, ecc.). “Il sigaro è un prodotto artigianale”, spiega Juan Giron. “Questo non è un settore in cui è possibile aumentare la produzione premendo un pulsante”.

Aumento della domanda
Diversi fattori interagiscono quindi per comprimere l’offerta in un momento in cui la domanda raramente è stata così alta. Ovviamente il mercato duty-free e le vendite legate al turismo (Cuba, America Latina, Medio Oriente) sono praticamente nulle. Ma l’Europa, che rappresenta ancora il 60% delle vendite di sigari cubani in tutto il mondo, ha visto aumentare la domanda di puros a causa dell’effetto lock-down:. Bloccati a casa per diverse settimane, gli amanti dei sigari del vecchio continente, hanno aumentato il loro consumo di sigari.
Non tutti gli importatori dichiarano il proprio fatturato, ma la 5th Avenue (Germania, Austria, Polonia), ad esempio, ha registrato vendite record nel 2020. Con una crescita del 27% rispetto all’anno precedente. E questa tendenza non accenna a diminuire nel 2021. Nelle regioni in cui il distributore e i tabaccai hanno scorte, la situazione rimane gestibile, nonostante gli out-of-stock su alcune linee di prodotti.
Alcuni anni fa, abbiamo adottato la politica di mantenere in magazzino principale, scorte sufficienti per un anno – Jimmy McGhee, responsabile della comunicazione per Hunters & Frankau, l’importatore esclusivo di sigari cubani nel Regno Unito – Questa scelta potrebbe aver preservato il mercato britannico in una certa misura.

Corsa agli accaparramenti
Nei mercati in cui la situazione è più tesa, come Francia, Benelux, Svizzera e Germania, l’equazione è facile da comprendere:. Con un aumento della domanda, un calo dell’offerta e scorte limitate, gli scaffali delle tabaccherie sembrano ormai spogli. E come spesso accade in tali situazioni, la carenza si autoalimenta; visto che i rivenditori sono meno forniti del solito, gli amanti dei sigari (e in effetti i rivenditori stessi) si precipitano a comprare i prodotti non appena compaiono o riappaiono sul mercato – e la gente fa scorta. Questo è ciò che è successo con del Por Larrañaga Galanes , lanciato poche settimane fa in gran parte dei paesei Europei (in Italia non s’è ancora visto, e chissà quando lo vedremo) con buoni livelli di scorte, ma che ha già esaurito nella maggior parte dei rivenditori.
Alza gli occhi e guarda ad Est
In una situazione di carestia come questa, voci più o meno veritiere si rincorrono e si diffondono velocemente. E la più diffusa in questo momento punta il dito verso est. In un nostro articolo di oltre un anno fa, annunciavamo l’acquisizione da parte di un consorzio cinese con base ad Hong Kong, del 50% di Habanos S.A. Inoltre durante gli scorsi Habanos World Days, i risultati fiscali relativi al 2020, vedevano il mercato Cinese, al vertice delle classifiche di vendita, con un aumento delle vendite pari al 15%, rispetto agli anni precedenti.
Tradotto in numeri, quell’aumento rappresenta solo poche centinaia di migliaia di sigari, e non basterebbe a causare una tale carenza sugli altri mercati. Inoltre è anche vero che sempre più frequentemente, i maggiori rivenditori Europei, vengono regolarmente visitati da acquirenti asiatici, pronti a svuotare tutte le scorte di Cohiba Behike, Edizioni Limitate, o Regionali. Ma questo non giustifica le carenze sul fonte delle produzioni regolari. La spiegazione, come anticipato ad inizio di questo articolo, è da imputarsi principalmente alla pandemia ancora in corso: “Il Covid ha influito sulle catene di approvvigionamento (disponibilità di trasporto marittimo e aereo) e, di conseguenza, ha causato ritardi nelle consegne. Tabacuba intanto, che gestisce i processi agricoli e industriali, sottolinea che Covid e l’embargo americano non ci hanno permesso di raggiungere livelli di produzione adeguati”. Dichiara l’ufficio comunicazione di Habanos S.A.

Previsioni future per un ritorno alla normalità
“Non sacrificheremo mai la qualità dei nostri sigari per soddisfare la domanda“, ha dichiarato un portavoce del gruppo. “Perché sappiamo che quando i nostri appassionati fumano un habano, cercano un’esperienza unica e di alta qualità, e il nostro obiettivo principale è dare loro quell’esperienza. Siamo convinti che una volta che la situazione globale sarà tornata alla normalità, l’offerta diventerà più stabile”.
“Certo, ci piacerebbe poter fornire l’intero catalogo“, continua Juan Giron, “ma insisto sul fatto che ci sono molte alternative che ci consentono di fornire soluzioni in modo che i consumatori possano continuare a godersi i sigari cubani, almeno fino a quando non torneremo a livelli di offerta più in linea con la domanda”.
Soluzioni alternative
È forse questa un occasione per tutti gli amanti dei sigari cubani, di scoprire altri marchi ed altri prodotti non cubani (Rep.Dominicana, Nicaragua, Honduras), solitamente non considerati? Dal canto nostro siamo più che sicuri che la situazione a Cuba, tornerà stabile a breve. Nel frattempo però abbiamo ampliato la nostra offerta di sigari premium, selezionando una modesta quantità di prodotti alternativi per soddisfare le richieste dei nostri clienti.
Citazioni per gentile concessione di L’Amateur du Cigar